La Sicilia può contare oggi su 57 agricoltori responsabili della selezione conservatrice, 22 varietà autoctone di frumento duro (su 27 a livello nazionale) e 3 di frumento tenero, iscritte ai registri delle varietà da conservazione. Ciò ha permesso agli agricoltori della Sicilia di poter disporre di sementi certificate prodotte su circa 200 ettari. La maggior parte delle superfici coltivate in Grani Antichi sono concentrate nell’areale delle Madonie, in provincia di Palermo, nei territori di Caltavuturo, Gangi, Castellana Sicula, Petralia e Geraci. Una realtà in continua crescita non solo per il valore riconosciuto già dal mercato a queste colture identitarie, legate ai territori di provenienza, in grado di migliorare la redditività dell’impresa agricola. Ma anche per la capacità di attrarre nuove risorse, in un progetto di “filiera verticale corta” che aggrega trasformatori e imprese dell’agro-alimentare di qualità, sviluppando nuova economia e “nuove generazioni in campo”. Tutta da scoprire quindi la figura dell’agricoltore – conservatore del seme.
Il dottor Giuseppe Russo è un biologo, promotore di un lungo lavoro di carattere scientifico sul mondo cerealicolo siciliano, grazie ad un’attività pluridecennale svolta presso l’Istituto di Ricerca Ballatore di Palermo.
E’ considerato tra i maggiori esperti di Grani Antichi Siciliani sotto il profilo della selezione varietale identitaria, avendo seguito personalmente tutto il processo di individuazione dei Contadini Conservatori riguardo alla purezza del seme. Gli studi scientifici e la ricerca condotta nell’ultimo trentennio hanno permesso al CREA (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria) di Palermo – con l’ausilio dell’Istituto di ricerca Gian Pietro Ballatore e su mandato del Ministero dell’agricoltura – di inserire nel registro nazionale dei Grani Antichi ben 23 varietà siciliane su 27 ammesse.
(Se l’hai perso leggi e ascolta l’approfondimento Segreti in tavola dedicato alla stagionalità del pesce)
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