Sapevate che il basilico, uno dei prodotti che più fa pensare all’Italia, è in realtà originario dell’India e dell’Asia tropicale? In questi territori veniva coltivato come pianta ornamentale e per le sue proprietà curative, spesso associate a virtù “magiche”. E proprio grazie a queste proprietà, e non per lo scopo alimentare, è stato introdotto dai Romani nel Mediterraneo. Certo, ormai coltiviamo e consumiamo questa pianta da talmente tanto tempo che è diventata uno degli ingredienti più tradizionali della nostra cucina, ma il suo uso alimentare risale solo al XVIII secolo ed è avvenuto in Liguria, dove da tempo abbiamo raggiunto picchi di eccellenza ineguagliabili nella coltivazione di questa pianta, con il buonissimo Basilico Genovese che ha ottenuto il riconoscimento DOP nel 2006.
Questo basilico è rinomato per la sua qualità ed è il migliore per preparare il pesto secondo le ricette tradizionali. Si distingue dalle altre cultivar di basilico per le foglie più piccole, di forma ovale e convessa, e dal colore verde chiaro.
Si produce in tutta la Liguria ma principalmente nel quartiere genovese di Pra’. Le caratteristiche climatiche e ambientali del territorio, insieme alle tradizionali tecniche di coltivazione e lavorazione, contribuiscono all’eccellenza del prodotto finale.
La raccolta è esclusivamente manuale, e le piante devono essere complete di radici quando vengono confezionate, intere e in mazzetti. In Liguria sono coltivati a “Basilico Genovese DOP” circa 100 ettari che corrispondono a meno del 15% del totale delle superfici coltivate a basilico in Italia.
Ecco il segreto per riconoscere il vero basilico genovese DOP: tutte le confezioni devono riportare il logo identificativo del prodotto, di forma circolare e con le stesse dimensioni del simbolo comunitario della DOP. Questo logo contiene, per esteso, la dicitura “basilico genovese” in blu su sfondo bianco e, al centro, l’acronimo DOP. Dovrà poi esserci una forma stilizzata della regione Liguria e una piantina stilizzata di basilico.
(Se l’hai perso leggi e ascolta l’approfondimento Segreti in tavola dedicata ai segreti della mortadella)
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